sabato, Luglio 27, 2024

Una giro al Mercato di Ballarò

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…tutto un pullulare di colori, profumi e grida… alimentari, profumi, stoffe, pesce, cibi da strada! E poi tanta “robba” bollita: patate, domestiche, carduni, pollanche…

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Il mercato di Ballarò, nel centro di Palermo, si estende da Piazza “Casa Professa” ai bastioni di corso Tukory, verso Porta Sant’Agata.
Il mercato è famoso per la vendita delle primizie che provengono dalle campagne del palermitano, ed è, inoltre, il più antico tra i mercati della città, frequentato giornalmente da centinaia di persone.

Durante il giro turistico quotidiano, tutto intorno è un pullulare di colori, profumi e grida. Queste ultime, cantilene dal sapore orientale le cui parole sono decifrabili solo da veri esperti del dialetto, reclamizzano folkloristicamente i prodotti in vendita nelle bancarelle del mercato.
I venditori, infatti, “abbanniano”, ovvero creano quella musica capace di penetrare con assordante cantilena in dialetto palermitano, dentro i padiglioni auricolari dei passanti, invitando ad acquistare la loro merce o cantano canzoncine con il pretesto di schernire il proprietario della bancarella accanto.

Sui banchetti del mercato c’è di tutto: dagli alimentari, ai profumi, alle stoffe, alle scarpe, al pesce: principale polo di attrazione restano i grossi pentoloni di rame “quarara” da dove scaturisce del fumo invitante, sono “robba” bollita: patate, “domestiche” (i carciofi), cipolle, “carduni” (cardi), “pollanche” (pannocchie), peperoni e fagiolini che solo a Palermo i nostri fruttivendoli sanno preparare….

La frutta è scenicamente la “prima donna” esposta in bella mostra in grandi e piccole “Cascitedde” (cassettine) inclinate per poterne apprezzare la maturazione ed i colori accesi. Meno presenti invece i “Carnizzeri” (carnezzerie) e i “Pisciaiuola” (pescherie), presenti invece in un altro importante mercato, quello del Capo.

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Il Cibo di Strada:

Immergendomi nel cuore del mercato, notai una piccola osteria. Incuriosita da un grande cesto coperto da uno straccio a quadri bianchi e blu mi avvicinai.
Si trattava infatti degli irriducibili “aficionados” del cibo di strada, che tengono in caldo i grassi di maiale, la cosiddetta frittola, che, insieme al musso e alla quarume, fanno parte dell’arte culinaria del “cibo da strada” a Palermo.

Orignine del Nome:
Il mercato viene così chiamato da “Bahlara”, villaggio presso Monreale da dove provenivano i mercanti che lo frequentavano.
Un’altra affascinante versione, data dal Gabrieli, dice invece che la parola “Ballarò” verrebbe da “Ap-Vallaraja” (titolo dei sovrani della regione indiana del Sind), perchè vi si vendevano le spezie provenienti dal Deccan, che erano più costose delle altre.”!

Miti e leggende:
Al mercato c’è una vasta scelta ittica: si va dal re dei pesci, il pescespada, all’umile sarda, il pesce dei poveri. E’ proprio da qui che nasce il detto “liccarisi a sarda”, che si riferisce proprio a chi ha ristrettezze nello spendere.
Una leggenda legata al mercato, parla anche dell’invenzione della Pasta con le Sarde: quando arrivarono in Sicilia, nel nono secolo, avrebbero raccolto il finocchietto selvatico sulle colline della conca d’oro e l’avrebbero subito unito alle sarde appena pescate che avevano trovato nel porto di Mazara…

Il Mercato Oggi…
Al contrario degli altri mercati è il meno transitato dai turisti, ma la zona, è oggi uno dei centri della movida notturna palermitana, insieme al mercato della Vucciria.
Sono tantissimi infatti i giovani che per un semplice aperitivo o per una cena lungo le strade, riempiono i tavoli di legno, lungo i molteplici locali intorno al mercato. Accompagnati dalla centenaria birra Forst siciliana e noccioline, le serate trascorrono in modo semplice, la musica ed i generi vari non mancano.
Una delle piú gettonate ultimamente sembra essere il reggae!
Il mercato è da diversi anni ormai letteralmente invaso, così come le zone limitrofe, da stranieri provenienti dal Sudan e da altre parti dell’Africa.
La presenza di questi stranieri, sommata all’alcol venduto a prezzi stracciati e alla presenza di “Palermitani poco raccomandabili”, gioca brutti scherzi alle generazioni d’oggi. E la spensieratezza e il brivido della sbronza, sfociano spesso in risse che non creano non pochi problemi ai gestori dei locali.

 

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